NOTA SULL’INCONTRO EVENTUALE MODIFICA DELLO STATUTO MLO DEL 17 FEBBRAIO 2017
Sede Roma Via Etruria 6
Presenti: don Tarcisio, don Flavio, don Laureano, suor Mabel, Suor Bernadete, Javier, Antonella (sostituisce Armanda)
Oggetto: Eventuale modifica dello Statuto MLO come da Linea di Azione n.5 e art. 34 come da Verbale dell’Assemblea Generale del Cile pag.ne 8, 9 e 10.
Dopo un momento di preghiera, apre l’incontro il coordinatore Generale Javier leggendo i testi che si riferiscono all’Oggetto in discussione, rilevando come soprattutto nella pagina 10 del Verbale si sottolinea la richiesta di un esperto, l’opportunità di non porre troppe regole e definire criteri e tempi per l’adesione di membri al MLO.
Le precisazioni da sottoporre alla Congregazione di Vita consacrata per la modifica di alcuni articoli dello Statuto, potrebbero servire a “scuotere” la stanchezza che si rivela nel MLO, soprattutto in Italia, condizionata forse anche dalla “società liquida” che ci circonda.
È evidente comunque l’esigenza di un risveglio che favorisca la collaborazione di religiosi e laici definendo l’identità stessa del MLO: la sua vocazione e missione.
Don Tarcisio sottolinea l’importanza di comprendere bene cosa significhi l’essere riconosciuti come Associazione pubblica di fedeli laici ed a che cosa impegna l’aderirvi cercando di rispondere alle attese emerse nell’Assemblea Generale.
Don Flavio raffigura il MLO con l’immagine biblica del “Popolo dell’Esodo”, un popolo non omogeneo, formato da culture e provenienze diverse. Pensiamo a Mosè ed al cammino che sta tra la vocazione e la meta.
All’interno della Congregazione di don Orione, pensata da don Flavio come una quercia e non come un pino, l’esigenza di promuovere la vocazione laicale è stata molto sentita: costituire un Movimento con i coordinamenti, non una Associazione con organi gerarchici.
A suo avviso è necessario tener presente l’ideale perché è questo che aggrega, è la forza della Terra Promessa che spinge e sostiene il cammino. Nasce così l’esigenza di organicità e continuità tenendo insieme figure disomogenee, si richiede perciò una organizzazione tenendo presente che nel Movimento tutti i laici che vogliono vivere la spiritualità orionina possono farne parte, ma non nell’Associazione che, come stabilisce la Chiesa è solo di “christifideles laici”.
Per questo è necessaria una formazione sia iniziale che permanente, ci sono diversi livelli, ed un avvicendarsi nei ruoli che garantisca la continuità, ferma restando l’esigenza che per il coordinamento sono richieste alcune qualità personali e la disponibilità di tempo per svolgere i diversi compiti.
La collaborazione con i religiosi è essenziale e sarebbe opportuno che in ogni Casa od Opera Orionina ci fosse un piccolo gruppo di “vocazionisti” per promuovere i laici, pensando, studiando e organizzando bene il lavoro delle schede ed il messaggio da trasmettere.
Viene sottolineata da don Tarcisio l’esigenza dei contenuti e della formazione, mentre don Laureano pone in evidenza che in Italia il MLO deve affrontare una vera sfida lavorando sul territorio per mettere in cuore l’esigenza del sentirsi famiglia. Devono essere protagonisti i laici coinvolgendo anche i giovani e promuovendo incontri ed iniziative e verificando con criteri ampi il senso dell’adesione e della partecipazione.
Suor Bernadete suggerisce di recuperare in pieno la vocazione laicale e trovare il modo per chiarire l’art. 34 dello Statuto ed eventualmente la posizione dei membri soci dell’Associazione o solo membri del MLO.
Si chiude l’incontro chiedendo a don Flavio di stilare in una nota su come integrare la partecipazione al MLO e all’Associazione senza creare eventuali discriminazioni, ma piuttosto facendo emergere l’universalità del messaggio orionino.